Attraverso il decreto legge del 11 novembre 2022, n. 173, entrato in vigore a partire dal 12 novembre 2022, il Governo ha voluto riordinare le attribuzioni dei Ministeri. In questo senso, oltre a cambiare il nome di alcuni Ministeri, ha voluto attribuire anche alcune competenze. Ad esempio, il Ministero della Transizione ecologica è diventato il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Ma cos’è nello specifico il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica? Di cosa si occupa? Scopriamolo insieme.
Cos’è il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha conservato tutte le funzioni originarie del “vecchio” Ministero della Transizione ecologica ma, ad esse, sono state aggiunte alcune competenze. Ad esempio, il Ministero avrà anche il compito di provvedere alla individuazione e attuazione di tutte le misure volte a garantire la sicurezza, la flessibilità e la continuità degli approvvigionamenti di energia. Come riesce a svolgere correttamente queste attività? Lo fa tramite il CITE, un organo regolato dal D.Lgs. n.152/2006 a cui sono stati ampliati i propri compiti.
Cos’è e cosa fa il CITE
Il CITE è il Comitato interministeriale per la transizione ecologica, ovvero un organo:
- che è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri e composto dai Ministri dell’ambiente e della sicurezza energetica, delle imprese e del made in Italy, dell’economia e delle finanze, delle infrastrutture e dei trasporti, del lavoro e delle politiche sociali e dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste( e gli altri Ministri o loro delegati aventi competenza nelle materie oggetto dei provvedimenti);
- che può delegare il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica ovvero, nel caso in cui si tratti di materia concernente la politica industriale, il Ministro delle imprese e del made in Italy.
Il CITE, inoltre, ha anche il compito di approvare il Piano per la transizione ecologica e quello per la sicurezza energetica e funge da coordinatore per tutte le attività politiche in materia di:
- riduzione delle emissioni di gas climalteranti;
- mobilità sostenibile;
- contrasto del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo;
- mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici;
- risorse idriche e relative infrastrutture;
- qualità dell’aria;
- economia circolare.
- bioeconomia circolare e fiscalità ambientale, ivi compresi i sussidi ambientali e la finanza climatica e sostenibile.
- sostegno e sviluppo delle imprese in materia di produzione energetica;
- utilizzo delle fonti rinnovabili e dell’idrogeno;
- sicurezza energetica.