La minaccia informatica (credits: blog Cristiana Falcone)

La biografia di Cristiana Falcone: Cristiana Falcone vanta oltre 20 anni di esperienza professionale nella elaborazione di strategie ed implementazione di partnership per lo sviluppo del business maturata collaborando con i leader di aziende multinazionali (SONY, Shell, Revlon),  interagendo con organizzazioni governative internazionali (ILO, IFAD, FAO, UNDCCP, IADB) e operando nel mondo dei media (Radio Televisione Italiana, Gruppo Espresso, Univision, Viacom).  Nel 2004 dirige la sezione Media, Intrattenimento, Informazione e Sport del World Economic Forum per poi diventare Senior Advisor dell’Executive Chairman e Fondatore che le affida in particolare la responsabilità dello sviluppo di servizi e prodotti innovativi e la valutazione del rischio geopolitico legato alle tecnologie emergenti. Dal 2006 è CEO e membro del Consiglio di Amministrazione della JMCMRJ Sorrell Foundation che promuove iniziative innovative globali nell’ambito della salute, dell’educazione e della riduzione della povertà per il raggiungimento degli obiettivi UNSDG. È membro dei Consigli di Amministrazione del Paley Center for Media, di Internews, della Tufts University, del Summit Institute e della Fondazione Guido Carli.

Cosa si intende per minaccia informatica

Nel ventunesimo secolo, era di tecnologie e intelligenze artificiali, le minacce che più preoccupano gli esperti derivano proprio dall’informatica.

Secondo alcuni, infatti, la sicurezza informatica potrebbe essere molto pericolosa per l’umanità nel prossimo futuro.

Cosa sono i Cyber Attacks

Gli attacchi informatici iniziano a preoccupare e rappresentano una minaccia per tutti: soggetti pubblici e non, Cristiana Falcone è molto attenta nei suoi blog a mettere in guardia gli utenti del web per proteggersi dagli attacchi informatici. «Gli Stati Generali Ingegneria dell’Informazione rappresentano un importante momento di confronto perché la minaccia informatica è sempre più attuale- ha detto Urania Papatheu- Occorre dunque contrastare con determinazione un fenomeno che mette a rischio la tenuta del Paese». I dati raccolti dall’azienda globale per la cybersicurezza Kaspersky sono allarmanti: nel 2021 sono stati individuati 20.000 file malevoli in più al giorno rispetto all’anno precedente. 

Il Cybercrime potrebbe riguardare tutto il mondo

Stefan Umit Uygur, Ceo di 4 Securitas ritiene, ad esempio, che un attacco come quello dell’11 settembre potrebbe ora essere effettuato mediante un attacco informatico. Ma attacchi del genere sono molto più gravi, perché coinvolgono il mondo intero e bisogna prepararsi ad un evento di tale portata.

Sussiste, pertanto, la necessità di diffondere una certa consapevolezza e informazione relativamente alla sicurezza informatica. È opportuno individuare, aggiunge Stefan Umit Uygur, “nuove competenze specifiche e adeguando la trasformazione digitale delle aziende e del Paese in ottica di cyber defence”.

È del 3 marzo l’incontro, tenuto presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica nell’ambito degli Stati Generali dell’Ingegneria dell’Informazione promossi dall’Intergruppo Parlamentare Inclusione Digitale e dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (Cni). È stata un’opportunità valida per discutere di di PNRR, transizione digitale, cyber security, sanità digitale e industria 4.0.

Di seguito una breve bio di Cristiana Falcone

Cristiana Falcone vanta oltre 20 anni di esperienza professionale nella elaborazione di strategie ed implementazione di partnership per lo sviluppo del business maturata collaborando con i leader di aziende multinazionali (SONY, Shell, Revlon),  interagendo con organizzazioni governative internazionali (ILO, IFAD, FAO, UNDCCP, IADB) e operando nel mondo dei media (Radio Televisione Italiana, Gruppo Espresso, Univision, Viacom).  

Nel 2004 dirige la sezione Media, Intrattenimento, Informazione e Sport del World Economic Forum per poi diventare Senior Advisor dell’Executive Chairman e Fondatore che le affida in particolare la responsabilità dello sviluppo di servizi e prodotti innovativi e la valutazione del rischio geopolitico legato alle tecnologie emergenti. Dal 2006 è CEO e membro del Consiglio di Amministrazione della JMCMRJ Sorrell Foundation che promuove iniziative innovative globali nell’ambito della salute, dell’educazione e della riduzione della povertà per il raggiungimento degli obiettivi UN SDG. È membro dei Consigli di Amministrazione del Paley Center for Media, di Internews, della Tufts University, del Summit Institute e della Fondazione Guido Carli.

Bloccare i contenuti sulla disinformazione russa, l’ordinanza del Governo australiano

Il governo australiano ha chiesto a Facebook, Twitter, Google e altre piattaforme digitali di bloccare i contenuti generati dai media statali russi per frenare la “disinformazione in relazione all’invasione russa dell’Ucraina”.

Il ministro della comunicazione, Paul Fletcher, ha evidenziato che già negli Stati Uniti e in Europa sono stati bloccati servizi e contenuti russi. 

Ha poi aggiunto che lo Special Broadcasting Service australiano e Foxtel hanno sospeso la trasmissione di Russia Today e NTV.

Il ministro come riporta anche nei suoi blog Cristiana Falcone, ha, infatti, scritto: “”Date le attuali azioni del governo russo e la mancanza di media russi genuinamente indipendenti, queste azioni sono responsabili e appropriate”. 

Meta ha detto che la società stava “esaminando la richiesta del governo australiano”.

“Nel frattempo, continueremo a vietare la pubblicità e a demonetizzare i loro account a livello globale, anche in Australia”, ha affermato un portavoce.

Intanto, Meta ha scritto a Fletcher mercoledì delineando i passi che stava compiendo e offrendo di organizzare un incontro per discutere su alcuni punti.

Google si è da subito dimostrata disponibile a bloccare i canali YouTube collegati a RT e Sputnik in tutta Europa, affermando di aver “rimosso centinaia di canali e migliaia di video” per aver violato le linee guida della community “incluso un certo numero di canali coinvolti in pratiche ingannevoli coordinate”.

La risposta russa

Venerdì 4 marzo il parlamento russo si è riunito per adottare una nuova legge contro la “diffusione della disinformazione sulle forze armate della Federazione Russa in qualsiasi conflitto militare”, punibile fino a 15 anni di carcere.

Il Cremlino ha tentato di difendere quella che definisce una “operazione militare speciale” per “smilitarizzare” l’Ucraina, lanciata la scorsa settimana. Il regolatore dei media russo ha già vietato l’uso delle parole “guerra”, “attacco” e “invasione”.

Intanto si è tenuta una votazione a favore di una risoluzione che deplora le azioni della Russia in una sessione speciale dell’assemblea generale delle Nazioni Unite. 141 sono stati gli stati favorevoli, tra questi l’Australia. Alla Russia si sono uniti solo altri quattro paesi – Bielorussia, Siria, Corea del Nord ed Eritrea – nel votare contro la condanna. Cina e India sono stati tra i 35 stati ad astenersi.

Separatamente, quasi 40 paesi, tra cui Australia e Regno Unito, hanno formalmente deferito le segnalazioni di atrocità commesse in Ucraina alla Corte penale internazionale (CPI).

I servizi di emergenza ucraini riferiscono che più di 350 civili ucraini sono stati uccisi e più di 2.000 feriti, mentre centinaia di strutture, di cui diverse di trasporto, ospedali, asili e case, sono state distrutte.